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Lasciata Belgrado ci dirigiamo verso Kovin, meta della giornata è una GuestHouse per ciclisti aperta da poco da una coppia di ragazzi, lui italiano lei serba. Il luogo è magico, una casetta completamente ristrutturata direttamente sulle sponde del Danubio. Inutile parlare del tramonto spettacolare che il fiume ed il posto ci regalano. Alessandro, il gestore della guest house, ci racconta di come sia semplice in Serbia aprire una struttura del genere, qui non esistono le difficoltà burocratiche dell’Italia. A quanto pare bastano una buona conoscenza della lingua serba ed un buon progetto. E loro hanno entrambi!

Il Danubio è davvero blu!

Nella guest house conosciamo Alastair, un ragazzo americano in viaggio da qualche mese, scambiamo molte piacevoli chiacchiere e decidiamo di pedalare assieme per qualche chilometro il giorno successivo. Ci racconta di tutti i suoi viaggi in Europa e ci spaventa un po’ descrivendoci i vari incontri con cani randagi (una volta è stato morso ed ha dovuto fare la profilassi dell’anti rabbia) e degli incontri con gli orsi in Georgia. Per noi è una fonte importante di informazioni per cui lo riempiamo di mille domande e ci salutiamo con la promessa di vederci in giro da qualche parte un giorno. E’ il primo ciclista viaggiatore che incontriamo da quando abbiamo varcato il confine con la Slovenia e la cosa ci sorprende molto, e ci sorprendiamo ancora di più quando, in attesa di prendere la chiatta per varcare il Danubio, incontriamo due coppie di viaggiatori tedeschi. La cosa sorprendente non è tanto l’incontro quanto il fatto che l’età media delle due coppie si aggira intorno ai 70’anni! Una coppia punta ad Istanbul (come noi) l’altra invece si addentrerà in Romania per circa 200 chilometri per poi tornare in Germania in crociera lungo il Danubio (come biasimarli?).

Lasciamo ad entrambi le informazioni sul nostro progetto e degli adesivi con il nostro sito, sono colpiti dal nostro sogno e vogliono seguirci, e la cosa non può che farci piacere. Decidiamo di continuare la ciclovia in Serbia e non in Romania, in quanto sembra che da Veliko Gradiste in poi il percorso diventi ancora più bello, sicuramente più duro visto che questo lato è caratterizzato da molte colline. Per due giorni pedaliamo infatti lungo un fiume come mai avevamo visto prima, dormendo in compagnia dei moltissimi pescatori che popolano questo fiume. Le sponde ad un tratto si allontanano moltissimo ed il colore dell’acqua in superficie è di un blu intenso che sembra il mare, ogni tramonto è un momento da non perdere per l’intensità dei colori. Ad un tratto le sponde si avvicinano nuovamente ed il fiume si chiude in una gola rocciosa nei pressi del Parco Nazionale Djerdap, il cambio di panorama è impressionante.


Il passo verso la Bulgaria

A Donj Milanovac decidiamo di lasciare per un tratto la ciclovia e tagliare nell’interno per arrivare prima al confine con la Bulgaria. Come sempre la strada più corta è la più difficile e ci ritroviamo ad affrontare nuovamente e dopo tanto tempo un passo, sembrerà ridicolo, solo 448 metri, ma vi possiamo assicurare che i 6 chilometri per arrivare alla cima del passo sono stati piuttosto impegnativi, con tratti al 10%. I camionisti che venivano in senso contrario (ovvero in discesa) continuavano a dirci di lasciar stare la salita con la bicicletta! Invece, memori delle Alpi, siamo arrivati con la giusta fatica fino alla cima.

La strada fino a Negotin prosegue con un sali scendi da spezzare le gambe. La sera siamo abbastanza distrutti che decidiamo di dormire a pochi chilometri dal confine con la Bulgaria, nel retro di un benzinaio in costruzione. Compagno della serata è un bellissimo boxer, anche lui randagio, la tentazione di portarlo con noi è davvero forte ma la paura che venga investito dal primo camion è ancora più forte. Scopriamo poi che lui è tra i pochi fortunati cani randagi che ha una casa e qualcuno (il padrone della pompa di benzina) che gli porta di tanto in tanto il cibo. Questa è la nostra ultima notte in Serbia e le nostre menti sono piene di tutto quello che abbiamo vissuto in questi giorni. I tramonti spettacolari sul Danubio, i racconti e le immagini della guerra dei Balcani, la moltitudine di cani randagi che popolano le strade di questo paese, e la forte sensazione che ci stiamo addentrando sempre più in culture e territori molto molto diverse dalla nostra.

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