12 Giugno 2014, il conto alla rovescia congelato dice che manca meno di un mese alla partenza del nostro giro del mondo. Sarà un mese intenso e frenetico per cercare di portare a termine tutti i preparativi e per incastrare tutti i pezzi del puzzle necessari a questa grande impresa.
E quest’ultimo mese in realtà non sarà altro che la punta dell’iceberg di un lavoro cominciato ormai da molto tempo. L’organizzazione vera e propria iniziò ben sei mesi fa, a dicembre, quando io e Simona prendemmo la decisione definitiva di non rinnovare i nostri contratti di lavoro (in scadenza ora, a giugno) per partire in bicicletta alla scoperta delle meraviglie del mondo. Entusiasmo e stress mescolati ogni giorno, la volontà di realizzare un grande sogno contro le numerose difficoltà da affrontare durante la pianificazione di un progetto come questo.
Le cose da pensare sono tantissime, dalla lista del materiale da portare con sé alle questioni burocratiche per risolvere i problemi dei visti. E poi come sempre, poiché tutto ruota inesorabilmente intorno ai soldi, siamo stati costretti a contare i centesimi presenti nei nostri conti in banca, abbiamo cominciato a risparmiare su ogni singola pizza mangiata, abbiamo venduto il vendibile e ci siamo messi alla vana ricerca di sponsor economici.
Ma per ricostruire la cronologia di questo progetto non ci si può fermare solo a sei mesi fa. Era il 2011 infatti quando la bicicletta divenne il mio mezzo di trasporto principale per muovermi in città, e per piccoli e grandi viaggi. Fu allora che cominciò lentamente ad accendersi la lampadina di un giro del mondo su due ruote, illuminata sempre di più dai km accumulati per trasformare la follia di un’idea nella realizzazione di un sogno.
Ti rimanderò indietro nel futuro!
[cit. Doc]
Passano due anni, e nel 2013 sento che si avvicina il momento di salutare tutti e partire. Eppure c’è qualcosa che ancora non mi convince. Si ok, il giro del mondo in bicicletta, carino, ma non abbastanza. Volevo qualcosa di particolare, qualcosa che rendesse unica questa impresa. E così ad agosto, durante un viaggio in solitaria lungo l’Alta Via dei Silenzi, colgo ispirazione dai Seven Summits e dalle vette delle Dolomiti che mi circondano. E’ proprio lì che nasce l’idea di percorrere in bicicletta i sette passi di montagna transitabili più alti del mondo.
Nessuno ha mai unito questi sette punti della cartina in un unico itinerario.
guarda l’itinerarioNei mesi successivi comincio le ricerche per selezionare i passi e per capire se questo progetto sarebbe stato fattibile. Insieme ad un amico nasce il nome Dai sette colli ai sette passi, l’entusiasmo cresce e si trasmette anche a Simona, talmente tanto che anche lei si appassiona al progetto e decide di seguirmi.
Il cerchio si chiude a dicembre, quando decidiamo definitivamente di partire e di rimboccarci le maniche per l’organizzazione. Da allora ogni singolo pensiero, ogni singolo attimo di tempo ed ogni singola risorsa economica e mentale è dedicata a questo progetto.
Ormai manca solo un mese per raccogliere i frutti di questi tre anni di semina.
Noi siamo (quasi) pronti, E voi?
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