Cammino di Santiago del NordLungo la costa Atlantica
Un po’ di tempo libero, una finestra inaspettata. L’idea è scattata quasi subito: tornare sul Cammino di Santiago. Erano passati ben 15 anni dalla mia esperienza sul Cammino Francese, e la voglia di rimettermi in marcia era tanta. Così, ho colto l’occasione al volo e sono partito per il Cammino del Nord, lungo la costa settentrionale della Spagna.
Sono arrivato a Bilbao in aereo, poi treno – autobus – treno, e ho finalmente messo i piedi sul sentiero, partendo simbolicamente da Hendaye, in Francia. I Paesi Baschi sono stati magnifici: il percorso si snoda tra scogliere impressionanti a picco sul mare e città piene di vita. San Sebastian, in particolare, mi ha conquistato subito con la sua energia incredibile, i ragazzi che giocavano a beach volley in spiaggia, l’atmosfera vivace dei suoi bar. Anche Zarautz non scherza, la cena sul lungomare al tramonto con i surfisti in acqua è stata indimenticabile.
Il bello del Cammino, me lo ricordavo bene, è la gente che incontri. Si entra facilmente in una sorta di comunità viaggiante, condividendo pezzi di strada, serate negli albergues, risate e fatiche con persone da ogni angolo del mondo. La solidarietà tra pellegrini è qualcosa di speciale. Una sera in particolare merita di essere menzionata. A Deba tutti gli alloggi erano pieni, non c’era più un letto disponibile in tutto il paese e dintorni. Proprio quando la situazione sembrava critica con viaggiatori nel panico a cercare una sistemazione, grazie a una chiacchierata fortuita e alla generosità incredibile di una persona del posto, è spuntata fuori una soluzione quasi per magia, e io e altri pellegrini abbiamo trovato ospitalità in una accogliente casa privata. Momenti come questi sono il cuore del Cammino.
Ma è anche un test fisico e mentale, e poco dopo Bilbao è comparso un dolore alla caviglia insolito, quasi all’altezza dello stinco. All’inizio ho stretto i denti, pensando fosse solo uno di quei fastidi passeggeri che vanno e vengono, ma giorno dopo giorno è diventato sempre più insistente, fino a rendere i chilometri infiniti e il dolore insopportabile. Alla fine a Laredo ho preso un autobus per raggiungere Santander, dove la diagnosi è stata di una tendinite al tibiale anteriore.
E così, il mio Cammino si è interrotto bruscamente. All’improvviso mi sono ritrovato fermo, costretto a una pausa forzata. Vedere gli altri arrivare e ripartire ogni mattina mentre io ero bloccato è stato difficile, non lo nego. Ma quei giorni lenti, dedicati alle cure, mi hanno anche dato tempo per riflettere. Il Cammino non è solo andare avanti a tutti i costi; a volte è accettare uno stop, imparare ad ascoltare il proprio corpo e capire che anche la sosta, a modo suo, fa parte del percorso.